Istruzione
A mio avviso, la funzionalità di questo settore, assieme a quello della giustizia, sono gli indicatori più significativi del grado di civiltà di un popolo e, purtroppo, l’Italia lascia a desiderare sia nell’uno che nell’altro settore.
Ciò premesso, è inequivocabile che l’istruzione è alla base della formazione di una società, per cui ad essa va dedicata la massima attenzione e risorse adeguate, per garantire a tutti un’istruzione di base all’altezza dei tempi.
L’intero percorso formativo andrebbe distinto in due fasce consecutive:
- prima fascia obbligatoria, a copertura dell’arco di età fino a 15 anni, frazionabile indicativamente in: 3 anni di asilo nido più 2 anni di scuola materna, ai quali seguono 5 anni di istruzione primaria + 3 anni di istruzione secondaria + 2 anni di qualificazione professionale in arti e mestieri, al termine del quale si consegue la licenza di scuola obbligatoria che dà diritto di accesso al mondo del lavoro con qualifica di 1° livello;
- seconda fascia facoltativa, che preveda altri 3 anni di istruzione terziaria, distinta negli indirizzi: umanistico, scientifico, artistico e tecnologico, al termine della quale si consegue il diploma specifico, che dà diritto di accesso al mondo del lavoro, con qualifica di 2° livello, oltre che accesso ai corsi universitari di laurea attinenti all'area di riferimento di ciascun indirizzo frequentato.
L’istruzione obbligatoria deve tendere a fornire agli utenti educazione civica, cultura e formazione di base, oltre a scoprirne le vocazioni attitudinali ed artistiche in modo da indirizzare ciascuno verso la professione più appropriata.
L’istruzione dell’obbligo quindi, per la sua funzione e delicatezza, andrebbe realizzata a tempo pieno (mattina e pomeriggio), possibilmente, a cura e spese dello Stato che, oltre alle strutture, con annesse attrezzature ed arredo, ed al personale, dovrebbe fornire gratuitamente: mensa, libri, cancelleria e materiali vari di consumo.
Gestita in questo modo, la fascia dell’obbligo, oltre a svincolare l’accesso all’educazione ed alla formazione di base degli alunni da possibili condizioni di indigenza ed eventuali problematiche familiari, nello stesso tempo, contribuirebbe a ridurre drasticamente il fenomeno dell’abbandono scolastico in età dell’obbligo e, cosa ancor più rilevante, a sottrarre manovalanza minorile alla criminalità e quindi a ridurre ai minimi termini la micro criminalità.
La successiva fascia facoltativa, articolata nei cinque indirizzi di istruzione secondaria superiore di cui innanzi, seguiti o meno da eventuali corsi universitari di laurea deve tendere, invece, a specializzare in arti, mestieri e professioni gli utenti, in modo da prepararli ad affrontare con competenza e professionalità il mondo del lavoro e la vita sociale in generale.
Questa, diversamente dalla prima, andrebbe affidata ad istituzioni private, sempre sotto controllo pubblico e con il sostegno esterno dello Stato, in termini di buoni libro e rimborso spese di: tasse, rette e viaggi, oltre all’assegnazione di borse di studio e/o posti alloggio in appositi convitti, a favore di elementi meritevoli per profitto e condizioni economiche disagiate.
A conclusione, si evidenzia che nel settore scolastico, più che in altri, è applicabile il rapporto lavorativo diversificato (Full-time e Part-time) in quanto accanto alla presenza di un consistente numero di docenti di sesso femminile con impegni familiari, esercitano la docenza anche molti professionisti impegnati professionalmente anche fuori ed oltre la scuola per cui, oltre che opportuno, sarebbe anche più che giustificato limitare l’esercizio della libera professione ai soli docenti impegnati part-time, in modo da creare spazio occupazionale anche per altri docenti, con l’obiettivo di una più equa ripartizione del lavoro nel settore scuola..
L’ipotesi di cui innanzi sarebbe naturalmente accettabile specie se introdotta in un quadro di revisione globale del settore, che comporti accanto all’aumento dell’orario cattedra dei docenti, da 18 a 24 ore settimanali (+ 33%), uniformando in tal modo l’orario cattedra di tutte le scuole di ogni ordine e grado, anche l’aumento del relativo stipendio, di almeno il 25%, per tener conto delle giustificate lagnanze economiche di questa categoria, senza peraltro appesantire il bilancio dello Stato, in quanto la riforma sarebbe a costo zero.
Per quanto attiene infine alla carriera dei docenti ed alla loro valutazione, non sarebbe male svincolare la carriera dagli automatismi che fanno lievitare periodicamente il loro livello stipendiale e sostituirlo con un premio di produzione annuale, legato alla valutazione indiretta dei docenti, ricavata indirettamente dai risultati delle prove d’esame finale di ciascun anno scolastico cui sottoporre gli alunni di ciascuna classe, ad ogni livello scolastico.
In particolare la valutazione di ciascun docente di una determinata disciplina potrebbe essere dedotta dai risultati medi d’esame delle relative classi ed a questa valutazione si potrebbero legare i premi di produzione annua in denaro, che andrebbero a differenziare il livello stipendiale annuo di ciascun docente.
Detto tipo di valutazione oltre ad avere il supporto di prove oggettive, eviterebbe il ricorso a umilianti valutazioni dirette tra colleghi, che scontano sempre la soggettività degli operatori.
Ricerca
Questo settore costituisce la frontiera più avanzata dell’ istruzione di un popolo, ed oggi, più che mai, è vista come l’unica ancora di salvezza per uscire dall’attuale impasse economico – commerciale in cui versa il mondo occidentale.
Nel merito, si potrebbe pensare ad una ricerca pubblica, limitata ad alcuni settori di prioritario interesse nazionale (quali ad es. energetico, sanitario, farmaceutico, ecc.) commissionata ad istituzioni pubbliche e/o private, sotto il coordinamento e controllo di un comitato scientifico nazionale, di supporto al ministero competente, nella quale possa concorrere, accanto al capitale pubblico, anche capitale privato.
Amaro