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N.A.T.O. (Patto Atlantico)

Non c’è dubbio che la caduta del muro di Berlino rappresenta uno spartiacque nella storia mondiale, in quanto innesca un continuo processo di trasformazioni geopolitiche in tutta l’area di influenza sovietica.

Si è chiusa la parentesi della guerra fredda tra i due blocchi: occidentale ed orientale, facenti capo rispettivamente al Patto Atlantico (N.A.T.O.) ed al Patto di Varsavia e si sono scongelati i rapporti U.S.A. – U.R.S.S. che, peraltro, è stata chiamata a compartecipare a molti programmi operativi NATO  e tavoli di concertazione internazionale.

Di contro è iniziato, con la compiacenza dei Paesi del Patto Atlantico, lo sfaldamento del Patto di Varsavia e della stessa U.R.S.S. (Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche)  con la diaspora dei Paesi alleati che, progressivamente, hanno girato le spalle all’U.R.S.S. per affermare la propria autonomia politica ed amministrativa, molti dei quali sono entrati a far parte dell’Unione Europea, o sono in lista d’attesa per entrarvi.

La N.A.T.O. (North Atlantic Treaty Organization) è nata il 4 aprile 1949, come alleanza politico – militare, a scopo difensivo, tra i seguenti Paesi occidentali: Belgio – Canada – Danimarca – Francia – Gran Bretagna – Islanda – Italia – Lussemburgo – Norvegia – Pesi Bassi – Portogallo – Stati Uniti, a cui hanno aderito, nel 1952, anche Grecia e Turchia e, nel 1955,  anche la Repubblica Federale Tedesca.

In contrapposizione al Patto Atlantico è nato, il 14 maggio 1955, il Patto di Varsavia, trattato di cooperazione politico - militare tra i Paesi orientali dell’Albania – Bulgaria – Cecoslovacchia – Polonia – Repubblica Democratica Tedesca – Romania – Ungheria e Unione Sovietica.

L’Europa così divisa, anche se attraversata da una latente rivalità ed emulazione e qualche criticità periodica tra i due blocchi geopolitici, è riuscita ad evitare, finora, i rischi di una terza guerra mondiale.

Oggi, a distanza di 26 anni dalla caduta del muro di Berlino (1989), con la conseguente fuoruscita di molti paesi dal Patto di Varsavia ed il relativo ingresso nell'Unione Europea,  con conseguente adesione al Patto Atlantico, il quadro geopolitico dell’attuale Europa risulta del tutto rivoluzionato, per cui non sarebbe più giustificabile la sopravvivenza del Patto Atlantico ( N.A.T.O.), se e solo se  l’Unione Europea avesse saputo portare a termine l’iter per la costituzione di un governo politico soprannazionale dell’Europa, qual’era nelle previsioni dei padri costituenti, in grado di gestire in autonomia, autorevolezza e rappresentatività le sorti della comunità europea, alla quale sarebbe spettato un ruolo di primo piano nello scacchiere mondiale.

Per cui l’Unione Europea oggi, ancor priva di una identità soprannazionale forte e rappresentativa, è chiamata ad una scelta politico-economica di portata storica, condizionante sia il suo futuro che quello  dell’intera umanità:

  • inglobare nell’ U. E. anche la Russia ed i suoi satelliti, ai quali ci legano storia, cultura e religione comune, nonché recenti interessi di consistenti scambi commerciali, specie nel settore energetico per via della notevole dipendenza da gas e petrolio russo (dipendenza energetica estera dell’U.E. 54% - dell’Italia 87%), in vista della costituzione del terzo polo geopolitico ed economico mondiale, tutto europeo, accanto a quello americano ed asiatico;
  • oppure seguire la politica imperialistica degli U.S.A., sempre più distinta e distante dagli interessi europei, tenendo in piedi un’arcaica alleanza atlantica, anche se allargata ai Paesi fuoriusciti dal Patto di Varsavia, con evidente intenzione di marginalizzare il ruolo internazionale della Russia e, con esso, anche quello dell’ Unione Europea, tenuta sotto tutela e controllo, appunto, mediante la N.A.T.O., peraltro col conseguente rischio di riattizzare la guerra fredda tra U.S.A. e Russia, caricandone le spese militari ed energetiche sul groppone dell’U.E.  

Tra le due, la scelta più naturale ed opportuna per l’Unione Europea è la prima, anche se a tale scelta non va attribuita una valenza antiamericana, nazione con la quale si dovrà sempre tenere un rapporto stretto di cooperazione negli organismi a livello internazionale, che però non condizioni l’autonomia operativa europea in ambito regionale.

Una tale scelta, oltre a costituire una prova di maturità per l’Unione Europea, servirebbe a smorzare l’antagonismo U.S.A. – Russia, che ha condizionato la storia di oltre mezzo secolo, tranquillizzando da una parte la Russia, inglobata in un contesto politico - economico europeo di più ampio respiro che, potenzialmente, potrebbe raggiungere 816 milioni di persone (con riferimento al dati statistici del 2013) e quindi in grado di competere al meglio sia col mercato americano che con quello asiatico, smorzando  nel contempo le mire imperialiste degli U.S.A. e/o di qualsiasi altro astro nascente (Cina e/o India), riconducendo la gestione globale del pianeta ad una gestione condominiale, in cui l’U.E. sia validamente rappresentata.

   Amaro

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