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Il Potere Legislativo

Entrando nel merito dei poteri statuali contemplati nella nostra Costituzione, penso che la previsione dei tre poteri (Esecutivo – Giudiziario - Legislativo) distinti ed autonomi sia ancora attuale e condivisibile, salvo aggiornamento con i correttivi di cui appresso.

Attualmente in Italia il potere legislativo è affidato al Parlamento, costituito attualmente da un sistema bicamerale paritario di Camera     (630 Deputati) e Senato (320 Senatori), che non risponde più alle esigente dei tempi ed al ritmo della vita moderna, per la sua farraginosità e lentezza operativa, per cui andrebbe sostituito con un sistema monocamerale, composto possibilmente da un congruo numero di parlamentari (massimo 510 parlamentari eletti in ragione di 1/100.000 elettori, a fronte di 51 milioni di aventi diritto al voto nel 2013) comunque notevolmente inferiore al numero attuale (630 + 320 = 950), in modo da avere un’assemblea legislativa più snella e funzionale, che consentirebbe di rendere molto più spedito l’iter legislativo, nonché di conseguire una consistente economia di bilancio gestionale dello stesso organo istituzionale.

Al Parlamento vanno affidate le seguenti funzioni:

  1. approvazione della fiducia iniziale al nuovo Governo;
  2. costituzione delle Commissioni e Gruppi Parlamentari;
  3. Approvazione dei bilanci di previsione e di consuntivo;
  4. legiferazione  in merito a tutti i settori della vita pubblica e privata del paese, in ordine ad un regolamento interno, la cui osservanza è affidata al Presidente, eletto in seno all'assemblea parlamentare.

In particolare per l'elezione del Presidente va richiesta la maggioranza dei 2/3 dei suoi componenti nella prima votazione, la maggioranza dei 2/3  dei votanti nella seconda e terza votazione, la maggioranza assoluta. dalla quarta votazione in poi.

L’iniziativa legislativa dovrebbe spettare:

  • ai singoli gruppi parlamentari, a mezzo dei rispettivi capigruppo;
  • al Governo a mezzo di uno qualsiasi dei singoli ministri;
  • direttamente al popolo, a mezzo di proposta legislativa sottoscritta da almeno 1/1000 del totale degli  aventi diritti al voto dell’ultima elezione politica, con obbligo, in questo caso, di discussione e licenziamento della proposta legislativa nell’arco massimo di 6 mesi, previa votazione palese, ed approvazione "de facto" nel caso trascorrano inutilmente i 6 mesi previsti.

Quest’ultimo tipo di iniziativa legislativa, alquanto delicata quanto importante, si è resa necessaria per la difesa della sovranità popolare, in materie di concorrenza tra interessi generali del paese ed interessi specifici della classe politica, nei confronti della quale il popolo, attualmente, ha scarse possibilità di difesa.

Per la discussione ed approvazione dei bilanci di gestione dello Stato, distinto in sottobilanci inerenti la gestione dei singoli organi istituzionali e dicasteri della Pubblica Amministrazione, sarebbe opportuno allargare l’assemblea legislativa alla partecipazione di tutti i componenti sia del Consiglio dei Ministri che del Consiglio Superiore della Magistratura.

Ai parlamentari dovrebbero essere assicurati, gratuitamente, tutti i servizi necessari all’espletamento del loro mandato, oltre ad una congrua indennità, rientrante comunque nell’ambito della scala parametrica relativa al comparto del pubblico impiego, nel quale dovrebbero rientrare tutte le istituzioni ed amministrazioni dello stato, nessuna esclusa. Di contro agli stessi dovrebbe essere impedito, durante il mandato parlamentare, di ricoprire altre cariche elettorali a livello periferico di: Comuni, Province e Regioni,

 

Per evitare, infine, la deriva della funzione  parlamentare e lo snaturamento della stessa in una professione a vita, sarebbe opportuno garantire un ricambio dei rappresentanti parlamentari, limitando nel tempo il loro mandato, onde evitare quelle incrostazioni di potere, che hanno impedito di far luce su molti accadimenti tragici della storia italiana.

In quest’ottica, già circola nei corridoi parlamentari una ipotetica proposta di limitare il mandato parlamentare a sole 2 o 3 legislature,   ma penso che questa proposta non esaurisca la generale problematica legata alla elezione di giovani parlamentari, magari, appena usciti dai banchi di scuola per andare ad occupare i banchi  parlamentari, in quanto la funzione parlamentare è delicata ed importantissima perchè nel Parlamento si decide il destino della nazione e quindi indispensabili sono le doti ed esperienze civiche, sociali e professionali dei suoi componenti, che certamente fanno difetto ai giovani. Oltretutto c'è il rischio, non tanto peregrino, che il Parlamento diventi solo un'opportunità per raggiungere una posizione di sicurezza reddituale e sociale a cui, dopo la decadenza parlamentare, sarebbe difficile rinunciare per rientrare nella vita civile dei comuni mortali; di qui la conseguente naturale ricerca di eventuali imboscamenti in incarichi politici e/o istituzionali di varia natura,  ma sempre sul groppone dei contribuenti.

Per cui la soluzione più appropriata al problema sarebbe quella di elevare la soglia minima di età  per l’accesso al Parlamento ad almeno 60 anni, in modo da far acquisire ai candidati un’adeguata esperienza in ambito sociale, politico, nonché professionale, da utilizzare proficuamente nel corso del loro mandato parlamentare e consentire, nel contempo, agli elettori di avere sufficienti elementi di valutazione in merito alla loro condotta morale, impegno civico e valenza professionale.

Questa soluzione potrebbe assicurare al Parlamento il necessario ricambio biologico naturale, senza mortificare i parlamentari bravi ed operosi col  ricorso alla famigerata limitazione del loro mandato parlamentare, e recuperare, sulla scorta di maturità, saggezza e competenza legiferativa, lo scollamento esistente tra paese reale e classe politica.

   Amaro

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