TERZA VIA
NAVIGAZIONE - RICERCA

Sistema Bancario

Nel settore della gestione finanziaria del risparmio nazionale, si avverte il bisogno di una revisione globale,  sia in ordine alla necessità di un controllo pubblico delle disponibilità finanziarie nazionali a fini statistici, sia in ordine all’esigenza di garantire a tutti i cittadini, nell’ambito dell’intero territorio nazionale, le stesse condizioni di accesso al credito e non ultimo quello di ridurre il costo del denaro, a fronte di una gestione di bilancio a pareggio; operando peraltro con una struttura più snella, anche se presente con propri sportelli direttamente e/o indirettamente in tutti i centri urbani. del territorio nazionale.

A fronte di dette premesse, scaturisce l’opportunità, se non la necessità, di far confluire l’eterogeneo sistema bancario attuale, in un'unica istituzione pubblica e/o di diritto pubblico, anche se a gestione autonoma come la nostra Banca d’Italia, per la gestione sia dei depositi che dei prestiti a livello nazionale.

A loro volta, le banche nazionali dei paesi europei a moneta comune, dovrebbero far capo alla Banca Comune Europea (B.C.E.), quale Ente di rappresentanza ed insieme di controllo sopranazionale, il cui Consiglio di Amministrazione dovrebbe, opportunamente, essere costituito da un rappresentante per ciascun paese aderente alla zona euro.

Con detta architettura bancaria, le banche nazionali dovrebbero poter accedere direttamente ai prestiti comunitari della B.C.E. per coprire  le necessità finanziarie dei singoli Stati membri, con tasso di sconto uguale per tutti.

Nell’ipotesi di cui innanzi, la Grecia non si sarebbe dissanguata e l’Italia, nel solo anno 2012, avrebbe potuto ridurre gli interessi relativi al suo debito pubblico da 86 miliardi, effettivamente  pagati, a soli 6 miliardi, recuperando ben 80 miliardi, utilizzabili per saldare in primis i debiti della pubblica amministrazione, in secundo alleviare la fiscalità generale e, con l’avanzo, alleggerire la mole del debito pubblico dello Stato.

Accanto all’istituto bancario pubblico di cui innanzi e sempre sotto il suo controllo, potrebbe essere consentita la presenza anche di banche d’affari ed agenzie finanziarie di interesse privato, a cui affidare la trattazione di tutti gli altri prodotti e servizi finanziari, esclusi quelli affidati all’istituto bancario pubblico.

La nazionalizzazione del sistema bancario consentirebbe ai singoli Stati di controllare in via diretta tutto il flusso del denaro (in entrata ed in uscita dal paese) sia a fini fiscali che giudiziari e, cosa ancora più importante, detenere il timone della finanza e quindi dell’economia nazionale, garantendo nel contempo, omogeneamente sull’intero territorio nazionale, parità di trattamento in riferimento ai tassi sia attivi che passivi, oltre a consentire un controllo più stretto della politica monetaria, atto ad impedire, com’è successo nel recente passato, la crescita smodata dei tassi d’interesse sui vari prodotti finanziari immessi sul mercato, causa primaria della vertiginosa lievitazione del nostro debito pubblico.

   Amaro

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