SISTEMA ELETTORALE PROPORZIONALE SEMPLICE A TURNO UNICO
Uno dei cardini della democrazia è il sistema elettorale, che permette ai cittadini di scegliere i propri rappresentanti al Parlamento, in una repubblica parlamentare come quella Italiana e, addirittura, lo stesso Presidente della Repubblica, in una repubblica presidenziale come quella francese ed americana.
Dall’esperienza fin quì acquisita, il sistema elettorale più semplice e rispondente alla realtà italiana odierna, sembra essere quello proporzionale semplice a turno unico, con sbarramento al 3% di voti validi a livello nazionale, che fotografa i consensi politici dei vari partiti presenti alla competizione elettorale.
La scelta del turno unico, rispetto al doppio turno, è motivata dal fatto che i risultati del 1° turno sono commisurati ad un’ampia base elettorale, che di solito supera i 2/3 del corpo elettorale di diritto, mentre al 2° turno la partecipazione scende, mediamente, attorno al 50%, rendendo meno indicativi i relativi risultati elettorali.
L’incarico di formare il governo andrebbe, di diritto, riconosciuto al partito di maggioranza relativa, al quale potrebbero essere attribuiti, come premio di maggioranza, tutti i voti dei partiti che non abbiano superato la soglia di sbarramento del 3%.
Premesso che per governare bisogna avere una rappresentanza parlamentare superiore al 50%, se col premio di maggioranza di cui innanzi, il partito di maggioranza relativa avesse superato il 50% dei voti validi espressi dall’elettorato, questi potrebbe governare da solo, diversamente dovrebbe aggregare al governo altri partiti per raggiungere la maggioranza parlamentare di cui innanzi.
Le condizioni accessorie da introdurre nel sistema elettorale, per avere una fedele rappresentanza delle forze politiche in campo, ed insieme, una rappresentanza territoriale dei vari collegi elettorali, dovrebbero essere le seguenti:
- ridurre i collegi elettorali a misura provinciale, con relativa riduzione del numero dei candidati delle singole liste, in rapporto alla popolazione del collegio provinciale;
- vietare le coalizioni partitiche rappresentate da più simboli, in modo da misurare il consenso elettorale specifico di ciascun partito;
- limitare le candidature parlamentari ad un unico collegio: quello di residenza o di origine, in modo che i candidati siano sufficientemente conosciuti dal proprio elettorato e nel contempo ne rappresentino gli interessi sociali e territoriali.
- introdurre una soglia minima di età per la candidatura (preferibilmente non inferiore a 60 anni), in modo da poter contare su una rappresentanza istituzionale più esperta e matura, nonché qualificata ed affidabile, proprio perché selezionabile in base al curriculum di vita sociale e professionale dei singoli candidati. Oltretutto, nell'ipotesi di cui innanzi, verrebbe a cadere sia la necessità di riallocazione dei parlamentari non riconfermati che la necessità del riconoscimento del relativo vitalizio anticipato, in quanto passerebbero direttamente alla pensione o a miglior vita; cosa che peraltro garantirebbe, automaticamente, anche il ricambio naturale dei parlamentari, senza dover iniquamente limitare il numero dei loro mandati parlamentari allo scopo di evitare incrostazioni di potere attorno a figure di politici di professione;
- introdurre la preferenza unica o al più doppia, se di diverso genere, in modo da ripristinare la sovranità popolare. nella votazione dei propri rappresentanti parlamentari.
Con queste premesse, visto che si è imboccata la strada della revisione del bicameralismo paritario, più che pensare a diversificarne le funzioni (Camera con funzione legislativa, Senato con funzione di rappresentanza regionale), potrebbe abolirsi del tutto uno dei due rami del Parlamento, riducendone oltretutto i rappresentanti a massimo 510 unità, in ragione di 1/100.000 abitanti (con riferimento alla base elettorale del 2013 pari a 51.000.000 di iscritti alle liste elettorali).
VARIANTE CON L'INTRODUZIONE DEL BIPOLARISMO
Anche se oggi le ideologie prevalenti del secolo scorso (Comunismo e Capitalismo) siano del tutto superate alla luce del nuovo scenario della globalizzazione commerciale e mediatica del pianeta terra, restano comunque in piedi due visioni di governance: una che si richiama al filone socialista l'altra che si richiama al filone liberista. Per cui se si volesse introdurre il sistema bipolare col principio maggioritario dell’alternanza tra Destra (più votata al Liberismo) e Sinistra (più votata al Socialimo), basterebbe aggiungere al precedente sistema elettorale la seguente ulteriore condizione accessoria:
- la presentazione delle singole liste deve essere accompagnata da relativa dichiarazione di appartenenza al polo (area) di Destra o di Sinistra

In questo caso, l’incarico di formare il governo andrebbe, di diritto, riconosciuto al polo politico che avesse superato il 50% dei voti validi espressi a livello nazionale ed, in particolare, al partito di maggioranza relativa dello stesso polo, al quale potrebbero essere attribuiti, come premio di maggioranza, tutti i voti dei partiti che non avessero superato la soglia di sbarramento del 3%.
Ciò premesso, se col premio di maggioranza di cui innanzi, il partito di maggioranza relativa del polo vincente superasse il 50% dei voti validi espressi dall’elettorato, questi potrebbe governare da solo, diversamente dovrebbe aggregare al governo altri partiti per raggiungere la maggioranza parlamentare di cui innanzi.
Amaro
46b97672-c3a8-4d04-bc4a-d70e6d6c42d3|1|3.0|96d5b379-7e1d-4dac-a6ba-1e50db561b04